CARLO WOSTRY
Il trapasso tra Otto e Novecento reca in Europa centrale una ricerca approfondita dei moduli decorativi antichi, reperendo nei preziosismi paleo-bizantini un repertorio denso di ispirazione per una nuova lingua pittorica, alla fine anch'essa decorativista.
Un autore che meglio di tanti altri riuscì a sviluppare efficacemente la sintassi degli stili storici, inserendovi una descrizione volta all'eleganza flessuosa delle forme, per certi versi ancora più efficace del Liberty e dello Jugendstil, fu Carlo Wostry, che dalla fine del XIX al primo quarto del XX secolo regalò alla Diocesi di Trieste alcune rappresentazioni pittoriche degne di menzione. Un topos della sua poetica è l'atmosfera di penombra, a tratti rischiarata da zone di luce riflessa.
L'Apoteosi della Fede servita dalla Castità e dalla Penitenza nel catino absidale (1925) e il Compianto su Cristo morto (1924) della chiesa S. Vincenzo de' Paoli testimoniano il genio del Wostry, che addiviene a un'espressione densa di movimento spirituale, pur descrivendo soggetti dalle forme nobili, conferendo allo stesso tempo corporeità drammatica alle formule astratte ed evansecenti, canoniche di una cultura artistica spesso ispirata ai modelli bizantini antichi. Il decorativismo floreale liberty convive e si fonde con le scene, sia all’esterno sia all’interno di esse, quasi fosse da sempre una prassi naturale.
OPERE A S. MARIA MAGGIORE
Il livello più alto della poetica wostriana è raggiunto nel Cristo passo e nella Via Crucis della chiesa S. Maria Maggiore (1886), opere dense di carica pietistica, la quale esprime figurativamente i massimi livelli del verismo ottocentesco e regala scene di straordinario illusionismo naturalistico, lacerato dall'esaltazione drammatica.