Dall’osservazione di alcune chiese minori nel litorale triestino si trovano spunti utili a ricostruire affinità coi centri principali, tanto linguistiche quanto funzionali.
Si comincia subito dalla facciata della chiesa S. Maria Assunta a Muggia Vecchia, che nel X secolo presenta una bifora di citazione aquileiese, al pari della più tarda a Sesto al Reghena, e al pari di questa senza sviluppo del corpo di fabbrica in opposizione al presbiterio. Certo, anche qui non è mai sorto un Westwerk; tuttavia è assai probabile che in origine la torre campanaria fosse costruita all'angolo destro, invece che all'odierno destro, e che in sua corrispondenza vi fosse un ambiente interno dedicato a classi particolari di fedeli, che vi entravano dall'ingresso laterale destro.
Tale probabilità acquisisce plausibilità dal confronto con un'altra chiesa posta su altura, quella di S. Silvestro a Trieste, assegnabile al XII secolo. Qui si trova chiaramente il campanile originario, a lato sinistro, sovrastante un ingresso laterale incorniciato da un elegante protiro. In corrispondenza interna sorge un corpo rialzato, accessibile da una scala, con tutta probabilità anch'esso originario.
Queste due chiese presentano infine analoghe piante accorciate, trinavate e con pochi sostegni. Da un lato le loro proporzioni corrispondono a quelle dell'ipotizzabile sacello di S. Giusto in epoca tardo-carolingia, dall'altro la morfologia accorciata, con absidi inscritte e con ingresso laterale, di cui abbiamo trovato qui un esempio, s'inserisce in un gruppo nutrito di chiese istriane interiori alto-medioevali, quali tra l'altro S. Fosca a Peroj (VII secolo) e S. Simone a Gurano (VIII secolo).